Pubblicato il 11 marzo 2016
, da Francesco Ambrosino
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Il loft è per l'arredamento d'interni l'equivalente della Prius per l'automobilismo: se sei figo, vivi (o lavori) in un loft e guidi un'auto ibrida, è perché ti sta a cuore la salute del nostro Pianeta e rifiuti il lusso.
Ecco, il luogo comune veicolato da cinema e tv vorrebbe esattamente questo, ovvero imporre l'idea secondo la quale il loft va inserito in un contesto preciso, caratterizzato da un certo stile di vita e un determinato aspetto fisico del proprietario, che potremmo sintetizzare nello stereotipo hipster, ma non è sempre così.
In questo articolo, quindi, vogliamo provare a mettere da parte il preconcetto che ognuno di noi ha rispetto ai loft per capire cos'è e come, eventualmente, arredarlo.
Iniziamo dalle basi, un loft non è altro che un ambiente ricavato da vecchi stabilimenti, depositi o magazzini industriali e/o commerciali, che vengono riqualificati attraverso un attento processo di ristrutturazione, senza però mortificarne o nasconderne le caratteristiche, anzi, mettendole in risalto.
Questo vuol dire che travi, pilastri, muratura grezza, tutto questo viene valorizzato, modernizzandolo ma lasciando in evidenza, perché rappresenta la vera essenza di un loft.
Sfatiamo anche un mito: non è affatto vero che i loft sono attici, quindi appartamenti situati all'ultimo piano di uno stabile, perché si può trattare anche di un vecchio deposito con ingresso sul livello della strada. Un vecchio negozio oppure una stalla possono diventare loft; non è la posizione, quindi, quanto la struttura a determinare lo status di loft.
Ora che sappiamo cos'è un loft, vediamo insieme come arredarlo. Iniziamo con il sottolineare che i loft sono degli open space, ambienti molto ampi senza la suddivisione tradizionale in stanze attraverso una separazione in muratura, quindi capita spesso che la camera da letto, il soggiorno e la cucina non siano nettamente distinti.
Quindi, partendo dal presupposto che l'interior designer chiamato ad arredare il loft deve sempre conservare questa caratteristica dell'open space, le soluzioni stilistiche sono diverse.
Te ne suggeriamo tre.
Pareti in laterizio e travi in ferro a vista, che sorreggono un soppalco oppure un piano superiore; in questo caso si consiglia di optare per mobili in stile industrial design, cercando di selezionare prodotti realizzati con materiali di risulta, restaurati e modernizzati.
La caratteristica dei mobili industrial design è l'essenzialità, la praticità, l'assenza di ghirigori inutili e la comodità. Essendo i loft, come abbiamo visto, degli open space, è necessario provare ad arredarli senza riempire eccessivamente gli ambienti, perché devono comunque essere vivibili.
Se il loft è caratterizzato da pareti bianche e travi o campate in legno, allora uno stile contemporaneo è da preferire, scegliendo mobili in legno, vetro e ferro, funzionali ma molto ricercati dal punto di vista del design, eleganti e con un taglio moderno.
Il tutto sempre senza appesantire la struttura, garantendo una armonia evidente.
Quando il loft è meno “grezzo”, magari con qualche soluzione a muro dove inserire il mobilio, la scelta ottimale, anche per ridurre il budget di spesa senza derogare alla qualità dei prodotti, è acquistare mobili moderni, che offrono molte soluzioni diverse tra le quali scegliere, e che ben si sposano (spesso, non sempre) alla fusione con altri stili.
In questo modo, in effetti, è possibile personalizzare l'arredamento mettendo anche un pizzico di personalità e di originalità.
Vivere in un loft è un sogno per molti, che desiderano abitare in un open space al centro della città, magari in metropoli come Londra o New York.
E tu? Vorresti vivere in un loft? E come lo arrederesti? Raccontacelo nei commenti.
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Blogger, Social Media Manager, Copywriter at Socialmediacoso.
Laureato in Scienze della Comunicazione, mi occupo di Formazione Professionale, Social Media, Copywriting e Blogging.
Non parlo di cose che non conosco, quindi parlo poco. Se posso, scrivo. Le cuffie dell'iPhone sono il mio scudo contro le chiacchiere inutili.
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